Questo pensiero penso di averlo scritto 20 volte. Una volta lungo, una volta corto, una volta “edulcorato” e altre invece, ancora più duro e secco… Ma poi pensavo: “oddio non scrivo a lui” leggeranno persone che non mi conoscono e che non conoscevano il nostro rapporto… quindi? Forse troppo duro? Che faccio!?!? Ma ora basta, mi fermo, questa è la lunghezza e questo è il vero contenuto che vorrei farti giungere: “Boss… sei na testa di cazzo”!!! Oddio, per noi niente di nuovo, più volte in viaggio ci siamo scontrati e sempre la stessa conclusione: “sei na testa da portone”. Io a te e tu a me… ma poi? Via ancora… “Perbe, quando parti?” ... “Boss vieni?” E via che si ripartiva. Ma ora? Sei una testa di cazzo perché sei partito da solo e mi hai lasciato a piedi, come un pirla, sul marciapiede ad “aspettare” il nulla cosmico. Mi manchi TESTONE!! E per punizione, ho pensato anche di pubblicare una delle mille foto che avrei di te e che non ti piacerebbe io facessi vedere, perché lo sappiamo tutti della tua vanità e voglia di farti fotografare :-) ma alla fine, ho scelto questa… che più di altre “racconta” della nostra unione… quando, un giorno, un giornale facendo un articolo su di me e volendo mettere una mia foto, si sbagliò e andò a pubblicare questa tua, dove avevi il culone su di un treno in India… o Thailandia… azz non ricordo dove l’avevamo fatta :-) Mi manchi Boss

Paolo Brutti
1960 - 2022Ho iniziato il mio viaggio più lungo.
Questa fotografia me l'avevi mandata dall'Africa, in occasione del mio compleanno. Queste poche righe di presentazione le avevo scritte per un tuo nuovo progetto. "Paolo Brutti, fotografo, classe 1960, nato sotto il segno della voce del verbo andare. Le fotografie si scattano coi piedi, devi esserci, e si sviluppano col cuore, devi sentirle. Il resto è mestiere. E anche se ormai siamo nell'epoca del digitale, per Paolo Brutti, la fotografia è rimasta un mestiere, nel senso più concreto e nobile. Fatto di pazienza e tecnica. Di strada ne ha percorsa tanta, in lungo e in largo per i cinque continenti: agenzie, reportage, libri, riviste, quotidiani, sport, moda, viaggi e progetti personali. Un caffè, una sigaretta, una canzone di Bruce Springsteen ad accompagnare immagini vere, lavoro di un professionista capace di catturare l'anima di un istante con uno scatto". L'ultima volta che ci siamo incontrati, forse per caso o forse no, stavi fotografando le nuvole. Ciao Paolino. Zeno
Sempre al mio fianco, dal primo sguardo. Questo voglio ricordare di te… non mi hai mai lasciata sola, un problema, una gioia, gli stress lavorativi, tu eri lì pronto ad ascoltarmi e darmi il tuo consiglio, ne porto ancora diversi nel cuore e saranno sempre lì. Anche tu sei ancora qua, io ti sento sempre.
L'unica foto con te. Ma al concerto del Boss. Il tuo Boss. Qui a Verona ho conosciuto un Grande Amico. Ricordo indimenticabile: gli abbraccioni quando ci incontravamo. Mi mancano. Sarai sempre nel mio cuore.
Primi di luglio 1992, esattamente venerdì 3...ci conoscevamo già da qualche anno grazie al nostro amico comune Tolito. E già da qualche anno ti ascoltavo basito e quasi incredulo quando mi raccontavi dei tuoi viaggi negli States per seguire le tournée del nostro fratello Bruce. Ti ammiravo e un po' ti invidiavo (in realtà ti ammiro tuttora...). Il giorno prima ero partito da solo in auto e avevo fatto dodici ore filate di guida per arrivare a Barcellona con la sana decisioni vedere Bruce in concerto, costi quel che costi. Il 3 luglio 1992, nel primo pomeriggio mi sono appostato fuori dalla Monumental a caccia di bagarini ed ad un certo punto sei sbucato come dal nulla con quel tuo sorriso sornione (vacca bu, ci siamo detti...a saperlo si faceva il viaggio insieme...e poi, ridendo, no...va bene così...). Hai preso la mia Minolta e hai scattato questa foto, che da allora mi segue e mi insegue in ogni mio fantastico trasloco. Sei ancora per me, un punto fermo e una promessa di amicizia mantenuta. Grazie Paul!(ziobilly!)
Questa foto non aveva un significato: FB me l’ha riproposta oggi come ricordo di 7 anni fa. Quando l’ho scattata ero in California, un luogo che amavi molto. Ricordo che prima di partire mi raccomandasti cosa vedere assolutamente e cosa cogliere di quei posti che hai sempre portato nel cuore. L’ho scattata giocando a fare il fotografo, cercando di emularti. Ma ho solo fotoscioppato uno scatto mediocre per renderlo più interessante. Oggi è passato quasi un anno dal tuo ultimo viaggio e appena mi è passata sotto gli occhi le ho dato il suo senso.
Per me sei stato un amico, collega e maestro. Persona estremamente capace, un uomo intelligente, determinato, divertente. Ci manchi,e molto. Di "TE" ricordo la grande competenza e la forte determinazione ma anche l’amore assoluto per la fotografia.
“i Manovali della Fotografia. Noi siamo i Manovali della Fotografia. e con tutte le maiuscole!”. E poi ridevi. del tuo ridere così contagioso. E se ho potuto vivere per tanto tempo di questo esser “Manovale” è stato grazie a te. Un incontro fortuito in una pizzeria della Valpolicella. Tu con le tue borse “da Fotografo” ed io con il vassoio in mano e la passione per la Fotografia. Il tuo primo assistente. Anni di lavori da “Manovali” (mi raccomando le maiuscole) ma pure qualche bella soddisfazione professionale. E con la “pessima” abitudine di farci sempre una foto dopo ogni servizio. E tieni il fiato! Che la silhouette ci guadagna! E giù di risate! Ed una amicizia che dura da trentacinque anni. Si. Dura. Perché io continuerò a rivolgermi a te al presente. Al presente indicativo.